“Ieri sera, improvvisamente, il mio frigo si è rotto.”
Vorrei poter scrivere così. Raccontare del disappunto di un
giovane padre costretto a provvedere alle esigenze alimentari della propria
famiglia senza l’ausilio della tecnologia moderna.
Di una serata e una mattina presto passate a salvare le
provviste di cibo per il lungo inverno affidandole ai refrigeratori dei vicini
di condominio. A gestire la cucina trasformata in tundra allagata, ad avanzare
come un rompighiaccio sovietico nel permafrost residuo all’interno del freezer,
fra brandelli di cinghiale che si risvegliano e tocchi di oscura materia
abnorme che fu verdura.
Invece devo scrivere una confessione. E tanto vale farlo
subito.
Confessione