Michele guidava con attenzione spasmodica lungo la strada stretta e insidiosa. Per diversi chilometri, mentre saliva verso il valico con secchi tornanti, il nastro d’asfalto si restringeva paurosamente, seguendo una traccia tortuosa fra enormi macigni.
La luna occhieggiava a tratti fra la trama degli alberi, illuminando i rami spogliati dal precoce inverno, che si piegavano alle dure sferzate del vento. Le folate afferravano la vettura imprevedibili, e la spingevano verso il ciglio del baratro.
Se non fosse stato in fuga, Michele avrebbe viaggiato a ben altra andatura su quella strada, in una notte del genere. Sullo specchietto retrovisore occhieggiava minacciosa, comparendo puntuale ogni volta che il tragitto si faceva rettilineo, la luce azzurrognola dei fari inseguitori.