« È come se ci fosse una Agenzia per il
Controllo Cronologico che impedisca la comparsa di curve temporali chiuse, così
da rendere l'universo un luogo sicuro per gli storici. »
Stephen Hawking (1992)
Il sole si era levato lentamente; il suo disco splendente
galleggiava nella luce giallognola dell’alba, basso sull'orizzonte, come se
faticasse ad arrampicarsi nel cielo velato di nebbia.
Beren stava in piedi sul ponte del piccolo natante e ne assecondava
il leggero beccheggio osservando il mare calmo, dai toni scuri, piatto come una
distesa di velluto, appena mossa delle morbide e fugaci increspature delle
onde.
Sbuffi di fumo si levavano a tratti dal fornello della pipa, stretto
fra le mani fredde, scomparendo rapidi nell'aria: lui li guardava, desiderando
di veder svanire in questo modo anche i propri ricordi.
E invece, come gli accadeva sempre più spesso, continuava a
rivivere le emozioni indefinibili di bambino, tornando a quella notte in cui
l'anima di suo padre era salpata, senza un saluto, verso l’unico luogo che lui
non aveva saputo ancora trovare.
Nonostante lo avesse cercato.