“credi davvero che la luna non sia più lì, se non la stai guardando?”
A. Einstein

Il suo petto, danzando al ritmo dolce e regolare del suo
sonno, rischiara di certezza quell’angolo buio e umido di palude, sepolto al
centro della mia mente: sento i pensieri viscosi che scivolano all’indietro, per
rintanarsi nei grovigli dove la ragione non arrivava, pronti a spuntare appena avrò
distolto lo sguardo da quel corpo. Solo all’idea di lasciare la stanza, di non
avere più davanti agli occhi la sua figura reale, getta un’ombra di dubbio,
nella quale si insinua nuovamente quell’idea fissa, l’ossessione che mi divora
costantemente.
E se non esistesse più?